Giovedì 6 Maggio 2021 : Commento Sant’Alfonso Maria de’ Liguori

Credete bene che al mondo non c’è amico, né fratello, né padre, né madre, né sposo, né fidanzato che vi ami più di Dio. La grazia divina è questo tesoro di gran prezzo, questo tesoro infinito di cui parla il Sapiente, che dal momento che ne usiamo ci fa partecipi dell’amicizia con Dio (cfr. Sap. 7,14). Davanti a questo Dio, eravamo ben misere creature, poveri servitori; ed ecco che diventiamo amici, gli amici carissimi del nostro Creatore stesso.

In vista proprio di renderci più fiduciosi in lui, si è annientato (cfr. Fil 2,7), abbassandosi, per così dire, fino a farsi uomo, per conversare familiarmente con gli uomini (cfr. Ba 3,38). Non era abbastanza: si è fatto bambino; si è fatto povero; si è fatto persino mettere a morte, per ordine del tribunale, davanti a tutto il popolo, su una croce. Più ancora, arriva a nascondersi sotto le specie del pane per farsi nostro compagno di ogni giorno e unirsi a ognuno di noi in intima unione: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue – egli dice – dimora in me e io in lui” (Gv 6,56). Insomma, si direbbe che non ha amore che per voi, tanto vi ama.

Dunque, è lui che dovete amare, e null’ altro. Di lui potete e dovete dire: “Il mio diletto è per me e io per lui” (Ct 2,16); il mio Dio si è donato senza riserve e senza riserve a lui mi dono; sono stato scelto come oggetto della sua tenerezza; e lui, fra mille, fra tutti, lui bianco e vermiglio (cfr Ct 5,10), così amabile e così amante, è l’eletto del mio cuore, il solo che voglio amare.