Lunedì 16 Gennaio : San Pietro Crisologo

“Perché noi digiuniamo, mentre i tuoi discepoli no?” Perché? Perché per voi il digiuno è questione di legge. Non è un dono spontaneo. Il digiuno in se stesso non ha valore; ciò che vale è il desiderio di chi digiuna. Qual vantaggio pensate di trarre dal vostro digiuno se digiunate costretti e forzati da una prescrizione? Il digiuno è un ottimo aratro per arare il campo della santità. Ma i discepoli di Cristo sono messi immediatamente nel cuore stesso del campo già maturo della santità; mangiano il pane del nuovo raccolto. Perché dovrebbero praticare un digiuno ormai superato? “Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro?”

Chi si sposa si dà alla gioia e partecipa al banchetto; si mostra affabile e allegro agli invitati; fa tutto quanto gli suggerisce l’amore per la sposa. Cristo celebra le sue nozze con la Chiesa mentre vive sulla terra. Ecco perché accetta gli inviti a pranzo e non rifiuta. Colmo di benevolenza e amore, si mostra umano, disponibile e amabile. Non viene forse per unire l’uomo a Dio e fare dei suoi compagni dei membri della famiglia di Dio?

Parallelamente, Gesù dice: “Nessuno cuce una toppa di panno nuovo su un vestito vecchio”. Questo panno nuovo è il tessuto del vangelo, che egli sta tessendo col vello dell’Agnello di Dio: un vestito regale che presto il sangue della Passione tingerà di rosso. Come potrebbe Cristo accettare di unire questo panno nuovo al vecchio legalismo di Israele? (…) E ancora, “Nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, ma vino nuovo in otri nuovi”. Questi otri nuovi sono i cristiani. E’ il digiuno di Cristo che sta per purificare questi otri da ogni sozzura affinché conservino intatto il sapore del vino nuovo. Il cristiano diventa così l’otre nuovo pronto a ricevere il vino nuovo, il vino delle nozze del Figlio, pigiato al torchio della croce.