Lunedì 18 Gennaio 2021 : Commento San Giovanni della Croce

« All’ombra di quel melo (Ct 8, 5)
a me fosti sposata,
qui ti presi la mano
e fosti riscattata
dove tua madre fu violata. »

Nel sublime stato del matrimonio spirituale [descritto in questo poema], con grande facilità e frequenza lo Sposo rivela all’anima i suoi meravigliosi segreti e le fa conoscere le opere della sua potenza, perché l’amore vero e totale non sa nascondere nulla. Le comunica soprattutto i dolci misteri della sua incarnazione, i mezzi e le vie da lui impiegati per la redenzione dell’umanità, una delle opere più eccelse di Dio e perciò tra le più squisite per l’anima. Questo fa lo Sposo nella presente strofa: con grande soavità d’amore rivela all’anima, interiormente, i suddetti misteri.

Così, rivolgendosi all’anima le dice come grazie all’albero della croce ella è diventata sua sposa, perché egli l’ha colmata della sua misericordia, decidendo di morire per lei e renderla bella. Difatti egli l’ha risanata e l’ha redenta con lo stesso strumento con cui la natura umana era stata guastata, cioè per mezzo dell’albero del paradiso, nella nostra prima madre che è Eva (Gn 3, 6-7). Perciò dice: « All’ombra di quel melo ». Per melo egli intende l’albero della croce, sul quale il Figlio di Dio ha redento e, di conseguenza, ha sposato la natura umana, quindi ogni anima, donandole sulla croce la sua grazia e i suoi favori, per i meriti della sua passione.