Lunedì 30 Settembre : San Gregorio Magno
“Certamente, quando io sia nell’ignoranza, l’ignoranza resterà con me” (Gb 19,4 Vg). E’ proprio degli eretici gonfiarsi della vana arroganza della loro scienza, prendersela spesso contro la semplicità di una fede retta e giudicare senza motivo la vita degli umili. La santa Chiesa, invece, di fronte ad ogni verità raggiunta dalla sua vera sapienza sottomette umilmente il suo pensiero e rifugge la supponenza della scienza, la vacuità della ricerca sui misteri, la presunzione di sondare problemi che sono al di là delle sue forze. Le è più utile infatti impegnarsi a lasciar perdere ciò che non può conoscere che a definire con puntiglio ciò che ignora.
D’altronde si dice che è con noi ciò che è per noi, mentre non è con noi ciò che è contro di noi. Poiché quindi il cuore dell’eretico si gonfia della sua scienza e i fedeli si umiliano nel sentimento della loro ignoranza, il beato Giobbe può dire a suo nome, ma anche d’accordo con la Chiesa universale: “Anche se ho ignorato, la mia ignoranza sarà con me”. Cioè chiaramente agli eretici: Tutta la vostra scienza non è con voi, perché è contro di voi, poiché vi conduce ad un folle orgoglio. Al contrario la mia ignoranza è con me, perché è per me, poiché, lungi dall’avere l’orgogliosa audacia di fare un’indagine su Dio, mi mantiene umilmente nella verità.