Lunedì 8 Febbraio 2021 : Commento San Gregorio Magno

Poniamo davanti al nostro sguardo interiore un ferito grave, sul punto di rendere l’ultimo respiro.. (… )La ferita dell’anima è il peccato, di cui la Scrittura parla in questi termini: « Ferite e lividure e piaghe aperte che non sono state ripulite, né fasciate, né curate con olio » (Is 1,6). Riconosci dentro di te il tuo medico, tu che sei ferito, e mostragli le piaghe dei tuoi peccati. Lascia che oda il gemito del tuo cuore lui che conosce ogni pensiero segreto. Lo commuovano le tue lacrime. Ci sia perfino un po’ di testardaggine nella tua richiesta (cfr Lc 11,8). Senza sosta lascia salire dal tuo cuore verso di lui profondi sospiri.

Il tuo dolore giunga a lui affinché, anche a te, dica: « Il Signore ha perdonato il tuo peccato » (2 Sam 12, 13). Grida con Davide. Senti ciò che ha detto: « Pietà di me, o Dio, (… ) secondo la tua misericordia » (Sal 50, 3). È come se dicesse: « Sono in grave pericolo a causa di una ferita mortale, che nessun medico può guarire, a meno che il medico onnipotente non venga in mio aiuto ». Per questo medico onnipotente, nulla è incurabile. Egli cura gratuitamente; con una parola restituisce la salute. Mi dispererei a causa della mia ferita, se non ponessi la mia fiducia nell’Onnipotente.