Martedì 10 Novembre 2020 : Commento San Teodoro Studita

Fratelli miei, padri e figli, ancora una volta compio il dovere di richiamare la catechesi. (…) Chi è zelante nei suoi compiti e accurato nel servizio affidatogli, ancor più si mostri lavoratore scrupoloso (cf 2Tm 2,15), come se servisse Dio e non gli uomini, prenda su di sé i compiti più gravosi, si rallegri di vegliare sul prossimo, sapendo che gli sarà riservata una grande ricompensa nei cieli; (…) qualunque sia il compito, grande o piccolo, che abbiamo intrapreso, perseveriamo con coraggio, in una corsa incessante e col desiderio continuo dei beni eterni, sopportiamo tutto con buon umore, compiamo tutto sotto ispirazione di Dio, perdonandoci vicendevolmente (cf Ef 4,32; Col 3,13), pieni di tenerezza gli uni per gli altri, fino a voler dare la vita (cf 1Tes 2,8) per il fratello, in spirito e nella carne.

E se l’Unigenito Figlio di Dio vi invita e persuade [ad essere] così, lui che in obbedienza al Padre si è annientato fino ad un grado infinito di abbassamento, al punto di diventare da maestro schiavo, da conoscere la morte e la morte di croce (cf Fil 2,8), gioia per me, peccatore e disperato, felicità infinita e indicibile! Gioia anche per voi che compite i suoi comandamenti e soddisfazione indescrivibile! Non solo quaggiù ricevete brillanti elogi da chi è testimone di quanto fate, vincete sul nemico e resistete alle sue suggestioni e insidie, ma anche nel mondo futuro danzerete alla presenza della gloria di Cristo Dio e sarete contati nel numero dei cori angelici e delle assemblee dei santi, “là dove è la dimora di coloro che sono nella felicità” (Sal 87, 7 LXX), come dice il Salmo, venerabilissimi fratelli. Questa è la nostra chiamata!