Martedì 2 Febbraio 2021 : Commento Origene

” Ed ecco una donna, che soffriva d’emorragia da dodici anni, gli si accostò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. (…) E in quell’istante la donna guarì” (Mt 9,20). Se questa donna, toccando il lembo della veste di Gesù, ne ebbe tale vantaggio, cosa pensare di Simeone che “tenne il bambino fra le braccia”, e, tenendolo fra le braccia si lasciò andare alla gioia vedendo che teneva chi era venuto per liberare i prigionieri (Lc 4,18), e che lui stesso sarebbe stato liberato dai legami del corpo? Sapeva che nessuno può far uscire altri dalla prigione del corpo con la speranza della vita futura se non colui che egli teneva fra le braccia. Ed è a lui che si rivolge: “Ora lascia, Signore che il tuo servo vada in pace. Poiché così tanto tempo non tenevo Cristo, così a lungo non lo abbracciavo, ero imprigionato e non potevo uscire dai miei legami”.

Queste parole, del resto, non sono solo di Simeone, ma occorre udirle da tutti gli uomini. Se uno lascia il mondo, se è liberato dalla prigione e dalla dimora dei prigionieri per ottenere la regalità, prenda Gesù e lo abbracci, lo tenga sul suo cuore, e allora, pieno di gioia, potrà andare dove vuole.