Martedì 4 Maggio 2021 : Commento San Giovanni XXIII

Ogni credente, in questo nostro mondo, deve essere una scintilla di luce, un centro di amore, un fermento vivificatore nella massa (Mt 5,14 ; 13,33): e tanto più lo sarà, quanto più, nella intimità di se stesso, vive in comunione con Dio. Infatti non si dà pace fra gli uomini se non vi è pace in ciascuno di essi, se cioè ognuno non instaura in se stesso l’ordine voluto da Dio. (…) È questa un’impresa tanto nobile ed alta che le forze umane, anche se animate da ogni lodevole buona volontà, non possono da sole portare ad effetto. Affinché l’umana società sia uno specchio il più fedele possibile del regno di Dio, è necessario l’aiuto dall’alto. (…)

Cristo ha vinto nella sua dolorosa passione e morte il peccato, elemento disgregatore e apportatore di lutti e squilibri (…). “Egli è la nostra pace, egli che delle due ne ha fatta una sola (…). E venne ad evangelizzare la pace a voi, che eravate lontani, e la pace ai vicini” (Ef 2,14-17). E nella liturgia di questi giorni risuona l’annuncio: “Gesù, nostro Signore, risorto, venne e si fermò in mezzo ai suoi discepoli e disse loro: “Pace a voi, alleluia”. E i discepoli gioirono al vedere il Signore” (cfr. Gv 20,19s). Egli lascia la pace, egli porta la pace: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi” (Gv 14,27).

Questa è la pace che chiediamo a lui con l’ardente sospiro della nostra preghiera. Allontani egli dal cuore degli uomini ciò che la può mettere in pericolo; e li trasformi in testimoni di verità, di giustizia, di amore fraterno. Illumini i responsabili dei popoli (…). Accenda le volontà di tutti a superare le barriere che dividono, ad accrescere i vincoli della mutua carità, a comprendere gli altri, a perdonare coloro che hanno recato ingiurie; in virtù della sua azione, si affratellino tutti i popoli della terra e fiorisca in essi e sempre regni la desideratissima pace.