Martedì 5 Ottobre : San Tommaso Moro

Dopo aver ricevuto nostro Signore nell’Eucaristia, presente nel nostro corpo, non lasciamolo solo per occuparci di altre cose, senza più pensare a lui (…): sia lui la nostra unica occupazione. Rivolgiamoci a lui con preghiera fervente; intratteniamoci con lui con meditazioni profonde. Diciamo col profeta: “Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: (…) per chi ritorna a lui con tutto il cuore” (Sal 85,9). Poiché, se (…) gli riserviamo tutta la nostra attenzione, non mancherà di pronunciare dentro di noi, sotto forma di ispirazione, quella o un’altra parola che ci porterà grande conforto spirituale e gioverà molto all’anima.

Siamo dunque sia Marta che Maria. Con Marta, facciamo sì che ogni nostra azione esteriore si rapporti a lui, sia per accoglierlo bene, lui prima di tutto, ed anche per amore a lui, accogliere quelli che l’accompagnano, cioè i poveri da considerare non solo come discepoli, ma come fossero egli stesso: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). (…) Sforziamoci di ritenerlo nostro ospite. Diciamogli, con i due discepoli che andavano al villaggio di Emmaus: “Resta con noi, Signore” (Lc 24,29). E allora, siamone certi, non si allontanerà da noi, a meno che noi stessi non lo allontaniamo con ingratitudine.