Sabato 13 Marzo 2021 : Commento Beato Columba Marmion

Sapete che il nostro Divino Salvatore, che è la verità e la bontà stessa, diceva ai discepoli: “Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 5,20). Sono davvero di Cristo queste parole. Lui non voleva condannare l’adultera; chi si degnava di colloquiare con la samaritana e rivelare i misteri del cielo a colei che conduceva una vita sbagliata; lui che acconsentiva a mangiare coi pubblicani, socialmente considerati peccatori; che permetteva alla Maddalena di lavargli i piedi e asciugarli coi suoi capelli; lui che era “così dolce e umile di cuore” (Mt 11,29), accusava pubblicamente i Farisei come anatemi: “Guai a voi Farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate…” (Mt 23,13). (…)

Ricordate il Fariseo che Cristo ci dipinge mentre sale al Tempio per pregare. Quale è la sua preghiera? “O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo” (Lc 18,11-12); Non mi coglierete in alcun difetto, dovete esser fiero di me”. E, in senso letterale, quanto diceva era vero: osservava tutto ciò. Tuttavia quale è il giudizio di Gesù? Quest’uomo uscì dal tempio giustificato, ma col cuore vuoto della grazia di Dio. Perché questa condanna? Perché il disgraziato si gloriava delle sue buone azioni e poneva la perfezione nell’osservanza puramente esteriore, senza preoccuparsi delle disposizioni interiori del cuore. Nostro Signore ci dice anche: “Se la vostra giustizia non supererà quella dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”. (…) E’ nel cuore, infatti, che sta la perfezione; poiché l’amore è la legge suprema.