Sabato 18 Marzo : Beato Columba Marmion

Guardate il fariseo: è un uomo convinto della sua importanza, pieno e sicuro di sé; l’ “io” di quest’uomo s’impone nelle parole, nel comportamento. (…) Il fariseo dal “cuore doppio”, come dice il salmista (Sal 12,3); il disprezzo che esprime sul pubblicano rivela che si crede molto più perfetto di lui; e così è a se stesso che riserva una gloria che solo apparentemente dà a Dio. Non chiede nulla a Dio, perché pensa di non aver bisogno di nulla; basta a se stesso; piuttosto richiede l’approvazione di Dio alla sua condotta. (…) In fondo è persuaso praticamente che è lui l’artefice della sua perfezione. (…)

Quanto all’altro attore della scena, il pubblicano, che fa? Si tiene a distanza, non osa nemmeno alzare gli occhi, perché si sente miserabile. Può forse pensare di aver titoli da presentare a Dio? Nessuno. E’ cosciente di avere solo i suoi peccati (…). Ha fiducia solo nella misericordia di Dio; non si aspetta nulla, non spera nulla che da quella; tutta la sua fiducia, tutta la sua speranza, la pone in Dio. (…)

Ora, come agisce Dio con questi due? Ben diversamente. “Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro” (Lc 18,14). Cristo Gesù, alla fine della parabola, stabilisce lui stesso la legge fondamentale che regola le relazioni con Dio, manifesta la lezione essenziale che dobbiamo apprendere: “Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato” (Lc 18,14). Vedete fino a che punto l’orgoglio è nemico dell’unione dell’anima a Dio (…). E come Dio è il principio di ogni grazia, l’orgoglio è per l’anima il più terribile di tutti i pericoli; mentre non c’è via più sicura che l’umiltà per raggiungere la santità e per trovare Dio .