Venerdì 7 Aprile : Salviano di Marsiglia

L’amore di Dio per noi è ben più grande di quello di un padre. Lo provano queste parole del Salvatore, nel Vangelo: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito per la vita del mondo» (Gv 3,16). E l’apostolo Paolo dice ancora: «Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?» (Rom 8,32). Perciò Dio ci ama più di quanto un padre ami suo figlio. E’ evidente che Dio ci ama oltre l’affetto paterno, lui che, per noi, non ha risparmiato suo Figlio – e che Figlio! Quel Figlio giusto, quel Figlio unico, quel Figlio che è Dio. Possiamo dire di più? Sì! E’ per noi, cioè per degli empi, dei peccatori, che egli non l’ha risparmiato. (…)

Per questo l’apostolo Paolo, per significare, in certa misura, l’immensità della misericordia di Dio, si esprime così: «Mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto» (Rom 5,6-7). Chiaramente, con questo solo passaggio ci mostra l’amore di Dio. Poiché se difficilmente si morirebbe per un uomo giusto, Cristo ha provato quanto era più grande, morendo per noi che siamo peccatori. Ma perché il Signore ha agito così? L’apostolo Paolo ce lo spiega subito con ciò che segue: «Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui» (v. 8-9).

La prova che ne dà è che è morto per i peccatori: un bene ha più valore quando è dato a chi non ne è degno. (…) Poiché, se l’avesse dato a santi e uomini meritevoli, egli non avrebbe dimostrato che è colui che dà ciò che non si dovrebbe dare, ma si sarebbe mostrato come colui che si limita a rendere ciò che è dovuto. Cosa gli renderemo noi per tutto ciò?