La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 

PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PROMOZIONE DELL’UNITÀ DEI CRISTIANI

 

Testi per
La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
e per tutto l’anno 2018

Potente è la tua mano, Signore

(Esodo 15, 6)

Congiuntamente preparati e pubblicati da

Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani
Commissione Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese

 

Traduzione italiana dall’originale inglese

Centro Pro Unione in collaborazione
con altri Centri Ecumenici in Italia

 

N.B.: I testi biblici riportati nel presente libretto sono tratti da: Parola del Signore. La Bibbia. Traduzione interconfessionale in lingua corrente. Editrice Elledici, Torino – Alleanza Biblica Universale, Roma, 2009.

 

SUGGERIMENTI PER L’ORGANIZZAZIONE
DELLA SETTIMANA DI PREGHIERA
PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI

 Cercare l’unità: un impegno per tutto l’anno

La data tradizionale per la celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, nell’emisfero nord, va dal 18 al 25 gennaio, data proposta nel 1908 da padre Paul Wattson, perché compresa tra la festa della cattedra di san Pietro e quella della conversione di san Paolo; assume quindi un significato simbolico. Nell’emisfero sud, in cui gennaio è periodo di vacanza, le chiese celebrano la Settimana di preghiera in altre date, per esempio nel tempo di Pentecoste (come suggerito dal movimento Fede e Costituzione nel 1926), periodo altrettanto simbolico per l’unità della Chiesa.

Consapevoli di una tale flessibilità nella data della Settimana, incoraggiamo i fedeli a considerare il materiale presentato in questa sede come un invito a trovare opportunità in tutto l’arco dell’anno per esprimere il grado di comunione già raggiunto tra le chiese e per pregare insieme per il raggiungimento della piena unità che è il volere di Cristo stesso.

Adattamento del testo

Il testo viene proposto con l’avvertenza che, ove possibile, sia adattato agli usi locali, con particolare attenzione alle pratiche liturgiche nel loro contesto socio-culturale e alla dimensione ecumenica.

In alcune località già esistono strutture ecumeniche in grado di realizzare questa proposta, ma ove non esistessero se ne auspica l’attuazione.

Utilizzo del testo

  • Per le chiese e comunità cristiane che celebrano la Settimana di preghiera in una singola liturgia comune viene offerto un servizio di culto ecumenico.
  • Le chiese e comunità cristiane possono anche inserire il testo della Settimana di preghiera in un servizio liturgico proprio. Le preghiere della celebrazione ecumenica della parola di Dio, gli “otto giorni”, nonché le musiche e le preghiere aggiuntive possono essere utilizzate a proprio discernimento.
  • Le comunità che celebrano la Settimana di preghiera in ogni giorno dell’ottavario, durante la loro preghiera, possono trarre spunti dai temi degli “otto giorni”.
  • Coloro che desiderano svolgere studi biblici sul tema della Settimana di preghiera possono usare come base i testi e le riflessioni proposte negli “otto giorni”. Ogni giorno l’incontro può offrire l’occasione per formulare preghiere di intercessione conclusive.
  • Chi desidera pregare privatamente per l’unità dei cristiani può trovare utile questo testo come guida per le proprie intenzioni di preghiera. Ricordiamo che ognuno di noi si trova in comunione con i credenti che pregano nelle altre parti del mondo per costruire una più grande e visibile unità della Chiesa di Cristo.

 

TESTO BIBLICO

Esodo 15, 1-21

Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo inno in onore del Signore:

“Voglio cantare al Signore, ha ottenuto una vittoria strepitosa: cavallo e cavaliere, li ha gettati in mare!

Il Signore è mia difesa, mia potenza. Egli mi ha salvato. È lui il mio Dio, lo voglio ringraziare; è il Dio di mio padre, lo voglio esaltare.

Il Signore è un guerriero: ‘Signore’ è il suo nome! I carri da guerra e l’esercito egiziano, li ha sommersi nelle acque, i soldati migliori annegarono nel mare. Le onde li ricoprono: sono andati a fondo come pietre. Potente e terribile è la tua mano, Signore, la tua destra spezza il nemico. Sei grande, Signore, distruggi i tuoi avversari; scateni il fuoco della tua ira: li divora come paglia.

È bastato un tuo soffio: le acque si sono ammassate, le correnti si sono alzate come un argine, le onde si sono fermate in mezzo al mare. Il nemico si vantava e diceva: ‘Li inseguirò, li raggiungerò, li attaccherò, li sterminerò, ci sarà bottino per tutti; alzerò la spada, mi impadronirò di loro!’ Ma tu hai soffiato su di loro e il mare li ha ricoperti, si sono sprofondati come piombo in acque profonde.

Signore, chi è come te fra tutti gli dei? Chi è come te santo e potente? Chi può compiere imprese come le tue? Hai steso la tua mano, e la terra ha inghiottito i tuoi nemici.

Hai liberato il tuo popolo! Con la tua bontà lo accompagni, con la tua forza lo guidi alla terra che volevi ti fosse consacrata.

I popoli vicini hanno udito e tremavano di paura; lo spavento è piombato sui Filistei. I capi di Edom sono atterriti, i potenti di Moab sono presi da paura, tremano gli abitanti di Canaan. Spavento e terrore s’abbattono su di loro.

Scateni la tua forza, restano come pietre senza parola, finché sia passato il tuo popolo, Signore, quel popolo che hai creato. Lo conduci e lo fai stabilire sulla tua montagna, nel luogo che tu, Signore, hai scelto come tua casa, nel tempio che le tue mani hanno costruito. Il Signore è re in eterno e per sempre!”

Gli Israeliti avevano camminato all’asciutto in mezzo al mare. E quando i cavalli del faraone, i suoi carri da guerra e i cavalieri li inseguirono dentro al mare, il Signore fece tornare su di essi le onde.

Allora la sorella di Aronne, Miriam la profetessa, prese in mano un tamburello, e le altre donne si unirono a lei. Esse suonavano i tamburelli e danzavano in cerchio. Miriam cantò davanti a loro questo ritornello: “Cantate al Signore! Ha ottenuto una vittoria strepitosa, cavallo e cavaliere, li ha gettati in mare!”. 

 

INTRODUZIONE TEOLOGICO – PASTORALE

Potente è la tua mano, Signore
(Esodo 15, 6)

La Regione dei Caraibi

La regione caraibica è oggi una realtà complessa, il cui nome deriva da uno dei gruppi di indigeni che la popolano: i Kalinago, anticamente chiamati Caribs. La sua vastità geografica, che comprende sia territori sulla terraferma che isole, dà vita ad un mosaico ricco di diverse tradizioni etniche, linguistiche e religiose; è una realtà anche politicamente complessa, che presenta una varietà di sistemi governativi e costituzionali che vanno dalla dipendenza coloniale (inglese, olandese, francese e americana) alle repubbliche nazionali.

I Caraibi attuali sono profondamente segnati dal progetto disumanizzante di sfruttamento coloniale. Nel perseguire in modo aggressivo introiti mercantili i colonizzatori perpetrarono un sistema brutale di tratta di esseri umani e di lavori forzati. Fin dall’inizio queste prassi schiavizzarono, decimarono e in alcuni casi sterminarono le popolazioni indigene della regione. Seguì la schiavizzazione degli Africani e forme di lavoro servili di persone dall’India e dalla Cina.

In ogni fase di questo processo, i colonizzatori tentarono programmaticamente di privare i popoli soggiogati dei loro diritti inalienabili: la loro identità, la dignità umana, la libertà e la loro autodeterminazione. Il fenomeno della schiavitù degli Africani non si limitava al semplice trasporto di lavoratori da un luogo ad un altro, ma si profilava quale affronto contro la dignità umana donata da Dio, mercificava la persona umana rendendo un essere umano proprietà di terzi. Con la pretesa degli schiavi quali proprietà, si diffusero altre pratiche che condussero alla disumanizzazione degli Africani, tra cui la negazione del diritto alla pratica culturale e religiosa e alla vita matrimoniale e familiare.

Deplorabilmente, durante i cinque secoli di colonialismo e di schiavitù, l’attività missionaria dei cristiani nella regione, tranne qualche esempio degno di nota, era strettamente collusa con questi sistemi disumanizzanti e molte volte forniva loro giustificazioni razionali e li rafforzava. Eppure, laddove coloro che portarono la Bibbia in questa regione utilizzarono le Scritture per giustificare l’assoggettamento di un popolo in catene, nelle mani degli schiavi essa divenne, invece, un’ispirazione e una garanzia che Dio era dalla loro parte e che li avrebbe condotti alla libertà.

Il tema per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2018

Oggi i cristiani dei Caraibi, appartenenti a diverse tradizioni, vedono la mano di Dio nella fine della schiavitù. L’esperienza dell’opera salvifica di Dio che porta la libertà è seme di unità.  Per questo motivo la scelta del cantico di Mosè e di Miriam (Esodo 15, 1-21) quale tema per la Settimana di preghiera 2018 è sembrata molto appropriata. È un canto di trionfo sull’oppressione. Questo tema è stato trasposto in un inno intitolato The Right Hand of God(La mano di Dio), scritto durante un workshop della Conferenza delle chiese dei Caraibi nell’agosto del 1981, che è divenuto un “inno” del Movimento ecumenico nella regione e che è stato tradotto in diverse lingue.

Come gli Israeliti, anche le popolazioni caraibiche hanno il loro canto di vittoria e di liberazione da cantare ed è un canto che li unisce. Non di meno, alcune sfide contemporanee ancora costituiscono una minaccia di nuova schiavitù e una minaccia contro la dignità della persona umana creata a immagine e somiglianza di Dio. Sebbene la dignità umana sia inalienabile, tuttavia essa viene spesso oscurata sia dal peccato personale che da strutture sociali di peccato. Nel nostro mondo, segnato dal peccato, troppo spesso le nostre relazioni sociali mancano della dovuta giustizia e compassione che onorano la dignità umana. Povertà, violenza, ingiustizia, tossicodipendenza, pornografia, e il dolore, la tristezza, l’angoscia che vi fanno seguito sono esperienze che distorcono la dignità umana.

Molti dei problemi che affliggono le popolazioni caraibiche oggi sono eredità del passato coloniale e della tratta degli schiavi. Questa ferita a livello collettivo si manifesta in problemi sociali legati sia a bassa autostima, sia all’esistenza di bande e di violenza domestica, e danneggia le relazioni familiari.  Sebbene siano un retaggio del passato, queste realtà sono anche esacerbate dalla situazione contemporanea che molti chiamerebbero neo-colonialismo. Nelle attuali circostanze, infatti, sembra quasi impossibile per molte nazioni di questa regione uscire fuori dalla condizione di povertà e di debito. Inoltre, in molti luoghi, è rimasto un contesto legislativo che continua ad essere discriminatorio.

La mano di Dio che condusse il popolo fuori dalla schiavitù, dando continua speranza e coraggio agli Israeliti, continua a infondere speranza ai cristiani dei Caraibi. Essi non sono vittime delle circostanze. Nel testimoniare questa comune speranza le chiese lavorano insieme nel servizio a tutte le popolazioni della regione, ma particolarmente ai più vulnerabili e negletti; come nelle parole dell’inno: “La mano di Dio semina la terra; essa pianta semi di libertà, speranza e amore”.

Riflessione biblico-pastorale sul testo (Es 15, 1-21)

Il Libro dell’Esodo ci conduce attraverso tre periodi: la vita degli Israeliti in Egitto (1, 1 – 15, 21); il viaggio di Israele attraverso il deserto (15, 22 – 18, 27); e l’esperienza del Sinai (19 – 40). Il passaggio biblico scelto, il “Cantico del mare” intonato da Mosè e Miriam, narra gli eventi che hanno portato alla redenzione del popolo di Dio dalla schiavitù e conclude il primo periodo.

“È lui il mio Dio, lo voglio ringraziare” (Es 15, 2)

I versetti 1-3 del capitolo 15 sottolineano la lode a Dio: “Il Signore è mia difesa, mia potenza. Egli mi ha salvato. È lui il mio Dio, lo voglio ringraziare; è il Dio di mio padre, lo voglio esaltare (Es 15, 2).

Nel cantico, intonato da Mosè e Miriam, gli Israeliti esaltano le meraviglie di Dio che li ha liberati. Essi si rendono conto che il piano di Dio di liberare i popoli non può venire sventato né osteggiato; nessuna potenza, neppure il faraone con i suoi carri, l’esercito e il suo potere militare ben organizzato può vanificare la volontà di Dio di liberare il suo popolo (Es 15, 4-5). In questo gioioso grido di vittoria i cristiani di molte diverse tradizioni riconoscono che Dio è il salvatore di tutti, e noi siamo felici che Egli abbia mantenuto le sue promesse e che continui a donarci la salvezza mediante lo Spirito Santo. Nella salvezza che ci dona noi riconosciamo che Egli è il nostro Dio e che noi tutti siamo il suo popolo.

“Potente e terribile è la tua mano, Signore” (Es 15, 6)

La liberazione e la salvezza del popolo di Dio avvengono per la potenza di Dio. La mano di Dio può essere compresa sia come la sicura vittoria di Dio sugli avversari, sia come la sua infallibile protezione verso il suo popolo. Nonostante la determinazione del faraone, Dio ha ascoltato il grido del suo popolo e non lascerà che perisca perché Egli è il Dio della vita. Attraverso il potere sul vento e sul mare Dio mostra la sua volontà di preservare la vita e di distruggere la violenza (Es 15, 10). Lo scopo di questa redenzione era di costituire gli Israeliti come popolo di lode che riconosce l’amore fedele di Dio.

La liberazione ha portato una speranza e una promessa al popolo. Una speranza poiché è sorto un nuovo giorno in cui il popolo poteva liberamente adorare il proprio Dio e crescere secondo le proprie capacità. E ha anche portato una promessa: il loro Dio li avrebbe accompagnati durante tutto il loro viaggio e nessuna forza avrebbe potuto distruggere il piano di Dio per loro.

Dio usa violenza per rispondere alla violenza?

Alcuni Padri della Chiesa hanno interpretato il brano narrato quale metafora della vita spirituale. Agostino, ad esempio, identificò il nemico che viene gettato in mare non come gli Egiziani, ma come il peccato:

“Tutti i nostri peccati del passato infatti, che ci inseguivano alle spalle, li ha sommersi e distrutti nel battesimo. Gli spiriti immondi governavano queste nostre tenebre come fossero loro giumenti, ossia loro strumenti, e le spingevano come cavalli dove essi volevano; per questo l’Apostolo li chiama reggitori di queste tenebre. Ora siccome da questo siamo stati liberati col battesimo come passando per il Mar Rosso, rosso cioè per il sangue santificante del Signore crocifisso, non voltiamoci più indietro col cuore verso l’Egitto, ma attraverso le varie tentazioni del deserto, con la sua guida e protezione, camminiamo verso il regno”.

(http://www.augustinus.it/italiano/discorsi/discorso_288_testo.htm).

Agostino ravvisò nella storia del passaggio del Mar Rosso un incoraggiamento per i cristiani a sperare e perseverare, e mantenere salda la speranza anche quando inseguiti dal nemico.

Per Agostino il battesimo è l’evento chiave costitutivo nello stabilire la vera identità di ogni persona quale membro del Corpo di Cristo. Egli costruisce un parallelismo tra il passaggio attraverso il Mar Rosso che libera Israele e il popolo cristiano nel battesimo. Entrambi questi eventi liberatori danno vita ad un’assemblea adorante. In quanto tale Israele può liberamente lodare la mano di Dio che ha portato salvezza nel cantico di vittoria di Miriam e Mosè. La loro redenzione costituisce gli schiavi d’Israele quali membri dell’unico popolo di Dio, uniti nel cantare il medesimo cantico di lode.

Unità

Il brano di Esodo 15 ci permette di vedere come la strada verso l’unità debba spesso passare attraverso una comune esperienza di sofferenza. La liberazione degli Israeliti dalla schiavitù è un evento fondante nella costituzione del popolo.  Per i cristiani questo processo raggiunge l’apice con l’Incarnazione e il Mistero pasquale.  Sebbene la liberazione/salvezza sia iniziativa di Dio, Dio coinvolge i soggetti umani nella realizzazione del piano di redenzione del suo popolo. I cristiani, attraverso il battesimo, partecipano del ministero di riconciliazione di Dio, ma le divisioni ostacolano la nostra testimonianza e la nostra missione in un mondo che ha bisogno della guarigione di Dio.

 

PRESENTAZIONE DEGLI ORGANISMI
CHE HANNO PREPARATO IL MATERIALE
PER LA SETTIMANA DI PREGHIERA
PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI 2018

Le chiese dei Caraibi sono state scelte per redigere il sussidio per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2018. Sotto la guida di Sua Eminenza Kenneth Richards, arcivescovo cattolico di Kingston e responsabile per l’ecumenismo della Conferenza episcopale delle Antille, e del Signor Gerard Granado, segretario generale della Conferenza delle chiese dei Caraibi, un gruppo ecumenico locale, composto da uomini e donne, ha elaborato il materiale per questa Settimana.

Un grazie sentito va in particolare ai responsabili della Conferenza delle chiese dei Caraibi, alla Conferenza episcopale delle Antille e a quanti hanno contribuito a stilare il presente sussidio:  

  • Sua Eminenza Kenneth D. Richards – coordinatore del Comitato redazionale per conto della Conferenza episcopale delle Antille (AEC), Presidente della Commissione ecumenica della stessa, arcivescovo di Kingston (cattolico) – [Giamaica].
  • Mr. Gerard A.J. Granado, M.Th. (Edimburgo) – segretario generale della Conferenza delle chiese dei Caraibi (CCC), convener del Comitato redazionale (cattolico) – [Trinidad e Tobago].
  • Prof. Luis N. Rivera-Pagan – professore emerito di Ecumenismo, Princeton Theological Seminary, N.Y. (battista) – [Porto Rico].
  • Rev. Kirkley Sands, Ph.D. – cappellano, Codrington Theological College, (anglicano), Church in the Province of the West Indies – [Bahamas].
  • Rev. Patmore Henry – segretario, Connexional Conference, Methodist Church in the Caribbean and the Americas (MCCA) – [Antigua].
  • Oluwakemi Linda Banks, Ph.D. – presidente della Conferenza delle chiese dei Caraibi (CCC) e psicologa clinica (anglicana) – [Anguilla].
  • Ms. Nicole Poyer – responsabile, Gruppo ecumenico di Taizé, Trinidad e Tobago; studente di Teologia nel programma di Master (cattolica) – [Trinidad e Tobago].
  • Right Rev. Glenna Spencer – vescovo, Methodist Church in the Caribbean and the Americas (MCCA); già membro del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle chiese – [Guyana].
  • Right Rev. Kingsley Lewis, Ph.D. – vescovo, Moravian Church (East West Indies Province), e presidente emerito del Consiglio delle chiese dei Caraibi – [Antigua].
  • Rev. Elvis Elahie, M.Th. (Edimburgo) – moderatore emerito, Presbyterian Church in Trinidad and Tobago (PCTT) e preside emerito del St. Andrew’s (Presbyterian) Theological College – [Trinidad and Tobago].
  • Rev. Marjorie Lewis, Ph.D. – presidente emerito, United Theological College of the West Indies (UTCWI) (United Church of Jamaica & Grand Cayman) – [Giamaica].
  • Rev. George Mulrain, Ph.D. – connexional president emerito, Connexional Conference, Methodist Church in the Caribbean & the Americas (MCCA) – [Trinidad e Tobago].

Il gruppo ecumenico locale ha presentato i testi, le preghiere e le riflessioni scelti o preparati da loro alla Commissione ecumenica internazionale coordinata congiuntamente dal Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani (Chiesa cattolica) e dal Consiglio ecumenico delle chiese. La Commissione internazionale si è riunita presso la Emmaus Housea Nassau, Bahamas, dal 3 al 7 settembre 2016 per revisionare il testo. Durante l’incontro la Commissione internazionale ha avuto modo di visitare il Pompey Museum of Slavery and Emancipation presso la Vendue House, che ha aiutato la Commissione ad onorare la lotta per la libertà delle popolazioni delle Bahamas e di tutti i Caraibi.

La Commissione internazionale desidera ringraziare sia l’arcivescovo Patrick Pinder e l’intera arcidiocesi di Nassau per la loro generosa ospitalità presso l’Emmaus Centre, sia il personale che lavora presso il Centro e che ha reso confortevole la loro permanenza. La Commissione desidera altresì esprimere gratitudine ai responsabili dei gruppi ecumenici locali per il loro sostegno: il Rev. Dr. Ranford Patterson, presidente del Bahamas Christian Council, e il Rt. Rev. Laish Boyd, vescovo diocesano della diocesi anglicana di Bahamas, the Turks and Caicos Island, che si sono uniti al gruppo per condividere la loro conoscenza ed esperienza di chiesa locale.

 

CELEBRAZIONE ECUMENICA
DELLA PAROLA DI DIO

Introduzione

La Bibbia e tre catene sono elementi essenziali per questa celebrazione ecumenica. Il Gruppo locale dei Caraibi suggerisce di collocare questi simboli in evidenza all’interno del luogo di culto.

La Bibbia è particolarmente importante per l’esperienza delle chiese dei Caraibi. Storicamente, infatti, le popolazioni indigene e gli schiavi patirono atroci sofferenze perpetrate dai colonizzatori che, allo stesso tempo, portarono la cristianità. Eppure, nelle mani della gente oppressa di quella regione, la Bibbia divenne una fonte primaria di consolazione e di liberazione.  La dinamica di questo rovesciamento rende la Bibbia un simbolo particolarmente potente in se stesso. Perciò, in questa celebrazione, è importante che una Bibbia marcatamente visibile sia posta in mezzo all’assemblea radunata in preghiera e che le letture siano proclamate direttamente da questa stessa Bibbia piuttosto che da altri libri o foglietti.

Le catene sono un simbolo vigoroso di schiavitù, disumanizzazione e razzismo. Esse sono anche simbolo del potere del peccato che ci separa da Dio e gli uni dagli altri. Il Gruppo locale dei Caraibi suggerisce di usare catene realmente di ferro durante le Preghiere di riconciliazione di questa celebrazione. Se non fossero disponibili catene di ferro, si utilizzino altre catene marcatamente visibili. Durante la preghiera le catene di ferro della schiavitù sono sostituite da una catena umana che esprime vincoli di comunione e di azione congiunta contro le moderne forme di schiavitù e di ogni tipo di disumanizzazione individuale o istituzionalizzata. È essenziale alla celebrazione che tutta l’assemblea sia invitata a prendere parte a questo gesto.

Per quanto riguarda il canto dopo la proclamazione della Parola, il Gruppo locale caraibico suggerisce l’Inno The Right Hand of God (La mano di Dio). La riflessione sul cantico di Miriam e di Mosè che lodano l’opera liberatrice di Dio nel Libro dell’Esodo, riporta al Movimento ecumenico dei Caraibi, dal momento che le chiese lavorano insieme per superare le sfide sociali che le popolazioni della regione devono affrontare.

Struttura della celebrazione

Potente è la tua mano, Signore

(Esodo 15, 6)

C: Celebrante
L: 
Lettore
T: 
Tutti

  1. Raduno

Durante il canto d’ingresso entrano i celebranti accompagnati, possibilmente, da un assistente che porta la Bibbia. La Bibbia viene collocata in un luogo d’onore al centro dell’area di culto. Le letture della Scrittura durante la preghiera dovrebbero essere proclamate da questa Bibbia.

Canto

Saluto di benvenuto

C: La grazia del nostro Signore Gesù Cristo,
l’amore di Dio,
e la comunione con lo Spirito Santo sia con tutti voi.

T: E con il tuo spirito.

C: Cari amici in Cristo, mentre ci raduniamo per questa celebrazione di preghiera per l’unità dei cristiani, rendiamo grazie a Dio per la nostra eredità cristiana e per l’azione liberatrice e salvifica di Dio nella storia umana.

Il materiale per la Settimana di preghiera di quest’anno è stato preparato dalle chiese dei Caraibi. La storia del cristianesimo in quella regione contiene un paradosso. Da una parte, infatti, la Bibbia fu utilizzata dai colonizzatori per giustificare la loro opera di assoggettamento degli indigeni di queste terre, insieme ad altri che furono condotti dall’Africa, dall’India e dalla Cina. Molte persone furono sterminate, ridotte in catene, schiavizzate, o furono costrette a ingiuste condizioni di lavoro. Dall’altra parte, però, la Bibbia divenne una fonte di consolazione e di liberazione nelle mani di coloro che soffrivano in mano ai colonizzatori.

Oggi la Bibbia continua ad essere fonte di consolazione e di liberazione, e ispira molti cristiani nei Caraibi a farsi carico delle condizioni che oggi minano la dignità umana e la qualità della vita. Mentre la catena di ferro della schiavitù viene fatta cadere, nasce un nuovo vincolo di amore e di comunione nella famiglia umana che esprime l’unità per cui le nostre chiese pregano.

  1. Invocazione allo Spirito Santo

Il responso all’invocazione può essere cantato.

C: Con i cristiani dei Caraibi invochiamo lo Spirito Santo affinché infiammi i nostri cuori mentre preghiamo per l’unità della Chiesa.

C: Unisci i tuoi servi nel vincolo di unità,
T: Vieni Santo Spirito!

C: Insegnaci a pregare,
T: Vieni Santo Spirito!

C: Liberaci dalla schiavitù del peccato,
T: Vieni Santo Spirito!

C: Vieni in aiuto alla nostra debolezza,
T: Vieni Santo Spirito!

C: Ricostituiscici tuoi figli,
T: Vieni Santo Spirito!

Canto di lode

III. Preghiere di riconciliazione

C: Non abbiamo ricevuto uno spirito che ci rende schiavi per ricadere nella paura. Invochiamo la misericordia di Dio, fiduciosi nella potenza salvifica della sua mano.

Tre membri dell’assemblea si fanno avanti, ciascuno portando una catena. Al termine di ogni invocazione e del responso, una catena viene fatta cadere a terra. Il Kyrie può essere cantato.

C: Dalle strutture che minacciano la dignità umana e rafforzano nuove forme di schiavitù, liberaci o Signore!
Kyrie Eleison.

T: Kyrie Eleison.

C: Dalle decisioni e dalle azioni che impongono povertà, emarginazione o discriminazione verso i nostri fratelli e le nostre sorelle, liberaci o Signore!
Kyrie Eleison.

T: Kyrie Eleison.

C: Dalla paura e dal sospetto che ci separano gli uni dagli altri e limitano la speranza e la guarigione, liberaci o Signore!
Kyrie Eleison.

T: Kyrie Eleison.

C: Il Signore è la nostra forza e la nostra potenza e si è fatto nostra salvezza. Possa il Signore che ci ha redenti condurci nella dimora di santità.

T: Amen.

  1. Proclamazione della Parola di Dio

C.: Redimici o Signore, dall’oppressione umana,
T: Perché possiamo osservare i tuoi precetti.

C: Possa il tuo Volto splendere sui tuoi servi,
T: Insegnaci i tuoi comandi.

C: Ascoltate e sarete liberi.
T: Rendiamo grazie a Dio.

Esodo 15, 1-21

Sarebbe preferibile che il salmo sia cantato.

Salmo 118, 5-7.10-24

T: Lodate il Signore: egli è buono,
eterno è il suo amore per noi.

L: Nella mia sventura ho gridato al Signore:
egli mi ha risposto e mi ha messo al sicuro.
Il Signore è con me, non ho paura;
che male mi possono fare semplici mortali?
Il Signore è con me, mi dà forza:
vedrà la sconfitta dei miei nemici.

T: Lodate il Signore: egli è buono,
eterno è il suo amore per noi.

L: Mi attaccarono in forze per abbattermi,
ma il Signore venne in mio aiuto.
Il Signore è mia difesa, mia potenza.
Egli mi ha salvato.

Un grido di gioia e di vittoria
riempie le tende dei fedeli:

T: Lodate il Signore: egli è buono,
eterno è il suo amore per noi.

L: “La mano del Signore ha trionfato,
la mano del Signore si è alzata,
la mano del Signore ha trionfato!”.

Sono sfuggito alla morte: ora vivrò
e racconterò quel che il Signore ha fatto.

T: Lodate il Signore: egli è buono,
eterno è il suo amore per noi.

L: Spalancatemi le porte
che si aprono ai salvati!
Entrerò per lodare il Signore.

Ecco la porta che conduce al Signore:
vi entrino quelli che lui ha salvato!

T: Lodate il Signore: egli è buono,
eterno è il suo amore per noi.

L: Ti ringrazio, Signore: mi hai esaudito:
sei venuto in mio soccorso.

Questo è opera del Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi!
Questo è il giorno, che il Signore ha fatto:
facciamo festa e cantiamo di gioia!

L: Ascoltate e sarete liberi.
T: Rendiamo grazie a Dio.

Romani 8, 12-27

Un canto alleluiatico appropriato può essere cantato prima e dopo la proclamazione del vangelo.

C: Ascoltate e sarete liberi.
T: Rendiamo grazie a Dio.

Marco 5, 21-43

Omelia

Inno

The Right Hand of God (La mano di Dio)

  1. La mano di Dio scrive sulla terra; essa stila con potenza e con amore. I nostri conflitti e le nostre paure, i nostri trionfi e le nostre lacrime lasciano traccia nella mano di Dio.
  2. La mano di Dio si mostra sulla terra; essa addita la strada, perché erta è la via  e facilmente ci perdiamo, ma siamo guidati dalla mano di Dio.
  3. La mano di Dio interviene sulla terra; essa cancella invidia, odio,
    rabbia e avidità. Il nostro egoismo e la nostra bramosia, il nostro orgoglio e le nostre opere inique sono spazzate via dalla mano di Dio.
  4. La mano di Dio sostiene la terra; essa solleva chi cade, uno per uno. Ciascuno è conosciuto per nome e salvato dalla vergogna perché la mano di Dio si è alzata.
  5. La mano di Dio risana la terra; essa guarisce i corpi, le menti e i cuori feriti. Con tocco potente e indicibile amore siamo guariti dalla mano di Dio.
  6. La mano di Dio semina la terra;
    essa pianta semi di libertà, speranza e amore. In ogni terra e in ogni popolo lasciamo che i bimbi si prendano per mano e siano una cosa sola nella mano di Dio.
  7. Professione di fede

Si può usare il Credo Niceno-Costantinopolitano, il Credo degli Apostoli o un’altra affermazione di fede, ad esempio il rinnovo delle promesse battesimali.

  1. Preghiere dei fedeli

C: Grati a Dio per la nostra liberazione dalla schiavitù del peccato, presentiamo al Signore le nostre necessità, e chiediamogli di spezzare le catene che ci imprigionano e di unirci con vincoli di amore e comunione:

Ogni intercessione viene letta da un lettore differente. Al termine della lettura ogni lettore raggiunge l’assemblea e si tiene per mano ad un altro dell’assemblea, creando una catena umana.  

L1: Dio dell’Esodo, Tu hai condotto il tuo popolo attraverso le acque del Mar Rosso e lo hai redento. Resta con noi e liberaci da ogni forma di schiavitù e da quanto offusca la dignità umana.

T: Stendi le tue mani su di noi, o Signore, e vivremo.

L2: Dio di abbondanza, nella tua bontà Tu provvedi alle nostre necessità. Resta con noi, aiutaci a superare il nostro egoismo e la nostra avidità e donaci il coraggio di essere operatori di giustizia nel mondo.

T: Stendi le tue mani su di noi, o Signore, e vivremo.

L3:   Dio di amore, Tu ci hai creati a tua immagine e ci hai redenti in Cristo. Resta con noi e rendici capaci di amare il nostro prossimo e di accogliere lo straniero.

T: Stendi le tue mani su di noi, o Signore, e vivremo.

L4: Dio di pace, Tu resti fedele alla tua alleanza con noi anche quando noi ci allontaniamo da te e in Cristo ci hai riconciliati a te. Resta con noi e crea in noi uno spirito nuovo e un cuore nuovo affinché possiamo respingere la violenza ed essere al servizio della tua pace.

T: Stendi le tue mani su di noi, o Signore, e vivremo.

L5: Dio di gloria, Tu sei l’Onnipotente, eppure hai voluto, in Gesù, sceglierti una casa nella famiglia umana, e nelle acque del battesimo ci hai dato l’adozione a figli. Resta con noi e aiutaci a rimanere fedeli agli impegni verso la nostra famiglia e alle responsabilità comuni e a rafforzare i vincoli di comunione con i fratelli e le sorelle in Cristo.

T: Stendi le tue mani su di noi, o Signore, e vivremo.

L6: Dio, Uno e Trino, in Cristo ci hai resi uno con te e tra di noi. Resta con noi e per la potenza e la consolazione dello Spirito Santo liberaci dall’egoismo, dall’arroganza e dalla paura che ci impediscono di tendere alla piena unità visibile della tua Chiesa.

T: Stendi le tue mani su di noi, o Signore, e vivremo.

VII. Padre Nostro e scambio della pace

C: Prendiamoci per mano, legati non da catene, ma dall’amore di Cristo che è stato riversato nei nostri cuori e preghiamo il Padre con le parole che Gesù ci ha insegnato.

Il Padre Nostro può essere cantato.

T: Padre nostro…

Al termine del Padre Nostro, tenendosi ancora per mano, l’assemblea può cantare un canto noto che celebri l’unità.

Dopo il canto si può scambiare il segno della pace.

VIII. Invio in missione

C:     Redenti dalla mano del Padre, e uniti dell’Unico Corpo di Cristo, andiamo nella potenza dello Spirito Santo.

T: Il Signore ha mandato
il suo Spirito su di me.
Egli mi ha scelto
per portare il lieto messaggio ai poveri.
Mi ha mandato per proclamare
la liberazione ai prigionieri
e il dono della vista ai ciechi,
per liberare gli oppressi,
per annunziare il tempo
nel quale il Signore sarà favorevole. Amen. Alleluia!

Canto finale

LETTURE BIBLICHE E COMMENTO
PER OGNI GIORNO DELLA SETTIMANA

I Giorno  Amate lo straniero come voi stessi. Ricordatevi che anche voi siete stati stranieri in Egitto

Levitico 19, 33-34 Dovete amare lo straniero come voi stessi
Salmo 146 [145], 1-10 Il Signore protegge lo straniero
Ebrei 13, 1-3 Ci furono alcuni che, facendo così, senza saperlo ospitarono degli angeli
Matteo 25, 31-46 Ero forestiero e mi avete ospitato nella vostra casa

Dopo essere diventata la prima “Indipendent Black Republic” Haiti estese ospitalità ad altri popoli schiavi alla ricerca della libertà. I tempi recenti hanno portato severe difficoltà economiche agli haitiani, molti dei quali hanno dovuto lasciare le loro case affrontando viaggi pericolosi nella speranza di una vita migliore. In molti casi hanno trovato inospitalità e barriere legali. Il Consiglio delle chiese dei Caraibi si è impegnato nella difesa contro queste nazioni che stanno restringendo o privando gli haitiani del diritto di cittadinanza.

Commento

Dietro alle istruzioni della Legge che il popolo di Dio deve essere ospitale con lo straniero che vive con loro, si trova il ricordo degli Israeliti di essere stati stranieri nella terra d’Egitto.

La memoria del proprio esilio aveva il compito di suscitare empatia e solidarietà verso gli esiliati del loro tempo e gli stranieri. Come Israele, la nostra comune esperienza cristiana dell’azione salvifica di Dio procede di pari passo con il ricordo dell’alienazione e dell’estraneamento – nel senso di estraneamento da Dio e dal suo regno. Il ricordare cristiano ha implicazioni etiche. Dio ha ricostituito la nostra dignità in Cristo, e ci ha resi cittadini del suo regno, non perché avessimo fatto qualcosa per meritarlo, ma per un suo libero dono di amore. Anche noi siamo chiamati a fare altrettanto, liberamente e motivati dall’amore. L’amore cristiano significa amare come il Padre, quindi riconoscere e dare dignità, e aiutare a portare guarigione nella famiglia umana ferita.

Preghiera

O Dio eterno,
Tu non appartieni ad alcuna cultura né ad alcuna terra, ma sei Signore di tutte,
tu ci chiami ad accogliere tra noi lo straniero.
Aiutaci con il tuo Spirito
a vivere come fratelli e sorelle,
accogliendo tutti nel tuo nome,
e vivendo nella giustizia del tuo regno.
Te lo chiediamo nel nome di Gesù.
Amen.

Inno The Right Hand of God (La mano di Dio)

La mano di Dio
semina la terra;
essa pianta semi di libertà, speranza e amore.
In ogni terra e in ogni popolo
lasciamo che i bimbi si prendano per mano
e siano una cosa sola nella mano di Dio.

II Giorno  Non più uno schiavo, ma un caro fratello

Genesi 1, 26-28 Facciamo l’uomo: […] sia la nostra immagine
Salmo 10 [9], 1-10 Perché, Signore, te ne resti lontano?
Filemone 1-23 Ora non accoglierlo più come uno schiavo. Egli è molto più che uno schiavo:
è per te un caro fratello
Luca 10, 25-37 La parabola del buon samaritano

Il traffico di esseri umani è una delle moderne forme di schiavitù in cui le vittime sono forzate o indotte con l’inganno nello sfruttamento sessuale, nel lavoro minorile e nel traffico di organi per il profitto degli sfruttatori. È un’industria globale, multimilionaria e costituisce un dramma crescente anche nella regione caraibica. Le Chiese riformate dei Caraibi si sono unite al Council for World Mission e al Caribbean and North American Council for Mission, allo scopo di educare le comunità cristiane a porre fine alla piaga del traffico di esseri umani. 

Commento

Una delle prime verità che impariamo su Dio dalla Bibbia ebraica e cristiana è che Egli ha creato l’umanità a sua immagine. Questa profonda e splendida verità, tuttavia, nel corso della storia, è stata spesso offuscata o negata. Nell’impero romano, ad esempio, la dignità degli schiavi era negata. Il messaggio del vangelo in proposito è completamente diverso. Gesù ha sfidato le norme sociali che sminuivano la dignità umana dei Samaritani, presentando il samaritano quale “prossimo” dell’uomo che percorreva la strada verso Gerico – un prossimo da amare secondo la legge. E Paolo, con determinazione e schiettezza, in Cristo, si riferisce ad Onesimo quale “una volta schiavo” e ora “caro fratello”, trasgredendo le norme della sua società e affermando l’umanità di Onesimo.

L’amore cristiano deve sempre essere un amore coraggioso che osa superare le barriere, riconoscendo negli altri una dignità uguale alla propria. Come l’apostolo Paolo, i cristiani “con la forza che viene da Cristo” devono elevare un’unica voce nel riconoscere chiaramente che le persone vittime del traffico di esseri umani sono loro prossimo e loro amati fratelli e sorelle, e pertanto devono lavorare insieme per porre fine alle moderne forme di schiavitù.

Preghiera

O Dio ricco di grazia,
renditi vicino a coloro che sono vittime del traffico di esseri umani
assicurando loro che Tu vedi la loro triste condizione e ascolti il loro grido.
Possa la tua Chiesa essere unita nella compassione e nel coraggio di operare
per il giorno in cui nessuno sarà più sfruttato
e tutti potranno essere liberi di vivere una vita di dignità e di pace.
Ti preghiamo nel nome del Dio Trino
Che può fare immensamente di più di quanto possiamo chiedere o immaginare.
Amen.

Inno The Right Hand of God (La mano di Dio)

La mano di Dio
sostiene la terra;
essa solleva chi cade, uno per uno.
Ciascuno è conosciuto per nome
e salvato dalla vergogna
perché la mano di Dio si è alzata.

III Giorno  Il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo

Esodo 3, 4-10 Dio libera gli oppressi
Salmo 24 [23], 1-6 Signore noi siamo coloro che cercano il tuo volto
1 Corinzi 6, 9-20 Rendete quindi gloria a Dio col vostro stesso corpo
Matteo 18, 1-7 Guai a quelli che provocano scandali

Molte chiese nei Caraibi condividono la preoccupazione per la realtà della pornografia, soprattutto via internet. La pornografia ha conseguenze distruttive per la dignità umana, particolarmente per gli adolescenti e i giovani. Come la schiavitù, distrugge gli esseri umani nell’intimo, intrappola chi ne sviluppa dipendenza e danneggia le relazioni d’amore integrale.

Commento

Il Libro dell’Esodo mostra l’amore di Dio verso il popolo nelle strettezze umane. Il rivelarsi di Dio a Mosè nel roveto ardente è una potente dichiarazione della sua volontà di liberare il suo popolo.  Dio ha visto la loro miseria, ha ascoltato il loro grido e viene a salvarli. Dio ascolta anche ora il grido di coloro che sono soggetti a schiavitù oggi e vuole liberarli. Mentre la sessualità è un dono di Dio per le relazioni umane e un’espressione di intimità, il suo cattivo uso attraverso la pornografia, rende schiavi e svilisce sia coloro che la producono che coloro che la consumano. Dio non è insensibile alla sofferenza degli sfruttati, e allo stesso modo i cristiani sono chiamati a farsene carico.

L’apostolo Paolo scrive che siamo chiamati a dare gloria a Dio nel nostro corpo, che significa che ogni aspetto della nostra vita, comprese le nostre relazioni, possono e devono essere un’offerta gradita a Dio. I cristiani devono lavorare insieme per una società che elevi la dignità umana e che non ponga alcun ostacolo davanti ai piccoli di Dio, ma piuttosto li renda capaci di vivere in quella libertà che Dio vuole per loro.

Preghiera

Per la tua grazia celeste o Dio,
ricostituisci la nostra mente e il nostro corpo,
crea in noi un cuore puro e una mente limpida
affinché possiamo dare lode al tuo nome.
Fa’ che le chiese possano raggiungere l’unità nel proposito
di santificazione del tuo popolo,
attraverso Gesù Cristo
Che vive e regna con te
nell’unità dello Spirito Santo,
nei secoli dei secoli.
Amen.

Inno The Right Hand of God (La mano di Dio)

La mano di Dio
risana la terra;
essa guarisce i corpi, le menti e i cuori feriti.
Con tocco potente e indicibile amore
siamo guariti
dalla mano di Dio.

IV Giorno   Speranza e guarigione

Isaia 9, 1-6 Diventerà sempre più potente e assicurerà una pace continua
Salmo 34 [33], 1-15 Cerchi la pace e ne segua la via!
Apocalisse 7, 13-17 Dio asciugherà ogni lacrima dei loro occhi
Giovanni 14, 25-27 Vi lascio la pace

Nella regione caraibica, la violenza è un problema cui le chiese devono rispondere. Vi è un allarmante numero di omicidi, molti dei quali provengono da abusi di violenza domestica, guerra tra bande e altre forme di criminalità. Vi è anche un crescente tasso di autolesionismo e suicidio in alcune parti della regione.

Commento

Il regno che Dio ha promesso, il regno che Gesù ha proclamato e reso manifesto nel suo ministero, è un regno di giustizia, pace e gioia nello Spirito. Che cosa significa ciò per persone intrappolate nell’oscurità della violenza? Nella visione del profeta una luce ha brillato su coloro che vivevano in una terra di profonda oscurità. Ma in quale modo i cristiani possono portare la luce di Gesù a coloro che vivono nella violenza domestica e delle bande? Quale senso di speranza possono offrire i cristiani? È una triste realtà che la divisione tra i cristiani sia una contro-testimonianza che svilisce l’annuncio della speranza.

Tuttavia, a ciò si oppone la ricerca di pace e di riconciliazione tra le diverse chiese e confessioni. Quando i cristiani si impegnano per l’unità in un mondo di conflitti, offrono all’umanità un segno di riconciliazione. I cristiani che rifiutano di entrare nella logica del privilegio e dello status, che rifiutano di svilire gli altri e le loro comunità, offrono testimonianza della pace del regno di Dio, in cui l’Agnello conduce i santi “alle sorgenti dell’acqua che dà vita”.

Questa è la pace di cui il mondo ha bisogno e che porta guarigione e conforto a quanti sono colpiti dalla violenza.

Preghiera

O Dio di ogni speranza e conforto,
la tua resurrezione ha sconfitto la violenza della croce.
Fa’ che noi, quale tuo popolo,
possiamo essere un segno visibile
che la violenza del mondo non prevarrà.
Ti preghiamo nel nome del Signore risorto.
Amen.

Inno The Right Hand of God (La mano di Dio)

La mano di Dio
si mostra sulla terra;
essa addita la strada,
perché erta è la via
e facilmente ci perdiamo,
ma siamo guidati dalla mano di Dio.

V Giorno  Da un capo all’altro del paese sento le grida della figlia
del mio popolo

Deuteronomio 1, 19-35 Il Signore stesso, il vostro Dio, cammina davanti a voi e vi ha portati
Salmo 145 [144], 9-20 Il Signore sostiene chi sta per cadere
Giacomo 1, 9-11 Il ricco infatti passa via come un fiore di campo
Luca 18, 35-43 Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!

L’economia dei Caraibi è sempre stata fondata sulla produzione di materie prime per i mercati europei e quindi non ha mai potuto autosostenersi. Di conseguenza, il prestito finanziario internazionale è divenuto importante per lo sviluppo. La richiesta di questo prestito ha imposto una riduzione sulle spese dei trasporti, dell’istruzione, della salute e di altri servizi pubblici, che ha conseguenze più dure sui poveri. La Conferenza delle chiese dei Caraibi ha lanciato un’iniziativa per affrontare l’attuale crisi del debito nella regione e per venire in aiuto ai poveri attraverso reti di sostegno internazionali.

Commento

Possiamo immaginare il rumore della folla mentre Gesù entra a Gerico. Molte voci si tacitarono al grido del mendicante cieco. Egli è fonte di distrazione e di imbarazzo. Ma anche attraverso il tumulto Gesù ode la voce del cieco, così come Dio sempre ascolta il grido dei poveri nelle Scritture ebraiche. Il Signore che rialza chi cade non solo ascolta ma risponde, e perciò trasforma totalmente la vita del mendicante cieco.

La disunione tra i cristiani può divenire parte del tumulto del mondo e del caos. Come le voci che discutono fuori da Gerico, la nostra divisione può sovrastare il grido dei poveri. Tuttavia, quando siamo uniti noi diventiamo sempre più pienamente presenza di Cristo nel mondo, maggiormente capaci di sentire, ascoltare e rispondere. Piuttosto che aumentare il volume delle discordie, siamo capaci di sentire meglio le voci e quindi discernere quelle che hanno più bisogno di essere ascoltate.

Preghiera

O Dio di amore,
Tu sollevi i poveri e gli oppressi
e ricostituisci la loro dignità.
Ascolta ora il nostro grido per i poveri del nostro mondo,
ridona loro la speranza e confortali
cosicché tutto il tuo popolo possa essere uno.
Ti preghiamo nel nome di Gesù.
Amen.

Inno The Right Hand of God (La mano di Dio)

La mano di Dio
sostiene la terra;
essa solleva chi cade, uno per uno.
Ciascuno è conosciuto per nome
e salvato dalla vergogna
perché la mano di Dio si è alzata.

VI Giorno  Badate agli interessi degli altri

Isaia 25, 1-9 Ora siamo felici e gioiosi perché ci ha salvati
Salmo 82 [81], 1-8 Difendete il povero e lo sfruttato
Filippesi 2, 1-4 Badate agli interessi degli altri e non soltanto ai vostri
Luca 12, 13-21 Badate di tenervi lontani dall’ansia delle ricchezze

Il cambiamento delle norme bancarie internazionali continua ad avere un impatto negativo sul mercato e sul commercio dei Caraibi e minaccia la sopravvivenza economica di molte famiglie. Diventa sempre più difficile per la popolazione caraibica lavorare all’estero per spedire soldi alle proprie famiglie.  Le chiese dei Caraibi hanno introdotto il movimento Credit Union per permettere ai poveri di avere accesso alle finanze per attività economiche.

Commento

La testimonianza delle Scritture è sempre coerente: Dio mostra preferenza per i poveri; la sua mano agisce in favore dei deboli e contro i potenti. In modo simile, Gesù costantemente ammonisce contro il pericolo dell’avidità. Nonostante questi ammonimenti, però, il peccato di cupidigia spesso infetta le nostre comunità cristiane e insinua una logica di competizione per cui una comunità rivaleggia contro un’altra. Dobbiamo ricordarci che nella misura in cui non riusciamo a differenziarci dal mondo, ma ci conformiamo al suo spirito divisivo e competitivo, manchiamo di offrire “un sostegno per il povero nell’angoscia, un riparo contro la tempesta”.

Essere ricchi di fronte a Dio non significa, per le nostre chiese e comunità, avere molti fedeli che frequentano – o che fanno offerte – alle proprie comunità. Significa, al contrario, riconoscere che come cristiani abbiamo un numero infinito di fratelli e sorelle nel mondo, uniti anche in mezzo alle divisioni economiche tra Nord e Sud. Consapevoli di questa fraternità in Cristo, i cristiani possono unire le loro mani e promuovere insieme una giustizia economica per tutti.

Preghiera

O Dio onnipotente,
dona coraggio e forza alla tua Chiesa
nel continuare a proclamare la giustizia e il diritto
in situazioni di dominazione e oppressione.
Fa’ che il tuo Spirito ci aiuti,
mentre celebriamo la nostra unità in Cristo,
a guardare alle necessità degli altri.
Amen.

Inno The Right Hand of God (La mano di Dio)

La mano di Dio
interviene sulla terra;
essa cancella invidia, odio, rabbia e avidità.
Il nostro egoismo e la nostra bramosia,
il nostro orgoglio e le nostre opere inique
sono spazzate via dalla mano di Dio.

VII Giorno Costruire la famiglia nelle case e nelle chiese

Esodo 2, 1-10 La nascita di Mosè
Salmo 127 [126], 1-5 Se il Signore non costruisce la casa, i costruttori si affaticano invano
Ebrei 11, 23-24 Mosè fu tenuto nascosto dai suoi genitori […] perché avevano visto
che il bambino era molto bello
Matteo 2, 13-15 Giuseppe si alzò, di notte prese con sé il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto

Nei Caraibi, la famiglia continua ad essere ferita dall’eredità della schiavitù e da nuovi fattori quali l’emigrazione dei genitori, i problemi finanziari e la violenza domestica. Di fronte a questa realtà le chiese dei Caraibi stanno lavorando per garantire sostegno alle famiglie, sia quelle mononucleari che quelle allargate.

Commento

Le famiglie sono di vitale importanza per la protezione e la crescita dei bambini. La Bibbia narra dell’infanzia di Mosè e di Gesù, i quali rischiarono la vita fin dalla loro nascita a motivo dell’ordine omicida di capi violenti, e così bene illustra come i bambini possano essere vulnerabili di fronte a forze esterne. Le loro storie dimostrano anche come sia possibile agire per proteggere i più piccoli. Matteo ci presenta un modello di paternità che è fedeltà amorevole al comando del Signore, soprattutto in tempi turbolenti.

Le Scritture guardano ai bambini quali benedizione e speranza per il futuro. Per il salmista essi “sono come frecce in mano a un guerriero”. Come cristiani, condividiamo una comune chiamata a vivere come rete di sostegno familiare, confidando nella forza del Signore, per costruire comunità forti in cui i bambini siano protetti e possano fiorire.

Preghiera

O Dio ricco di grazia,
hai mandato il tuo Figlio a nascere in una famiglia comune
i cui antenati erano allo stesso tempo fedeli e peccatori.
Ti chiediamo di benedire tutte le famiglie
di tutte le case e le comunità.
Ti preghiamo in modo particolare per l’unità della famiglia cristiana
perché il mondo creda.
Ti preghiamo nel nome di Gesù.
Amen.

Inno The Right Hand of God (La mano di Dio)

La mano di Dio
scrive sulla terra;
essa stila con potenza e con amore.
I nostri conflitti e le nostre paure,
i nostri trionfi e le nostre lacrime
lasciano traccia nella mano di Dio.

VIII Giorno  Il Signore raduna dai quattro angoli della terra i dispersi

Isaia 11, 11-13 Il regno d’Israele non sarà più geloso di quello di Giuda.
Questi non sarà più il nemico d’Israele
Salmo 106 [105], 1-14.43-48 Raccoglici […] e renderemo grazie al tuo santo nome
Efesini 2, 13-19 Egli ha demolito quel muro che li separava
Giovanni 17, 1-12 La mia gloria si manifesta in loro

La chiese dei Caraibi lavorano insieme per guarire le ferite all’interno del Corpo di Cristo nella loro regione, che sono un retaggio della colonizzazione. La riconciliazione spesso richiede pentimento, riparazione e riconciliazione delle memorie. Un esempio è l’atto di scuse e di riparazione tra battisti in Gran Bretagna e nei Caraibi. Come Israele, la Chiesa unita è chiamata ad essere sia segno che agente di riconciliazione.

Commento

Lungo la narrazione biblica della storia della salvezza si trova incontrovertibilmente la determinazione del Signore a fare di Israele il suo popolo. La costituzione di questo popolo – unito in una sacra alleanza con Dio – è fondamentale al piano di salvezza di Dio e alla santificazione e glorificazione del suo nome.

Il profeta ripetutamente ricorda a Israele che l’alleanza richiede che le relazioni tra i vari gruppi sociali siano caratterizzate da giustizia, compassione, e misericordia. Nel momento in cui Gesù si preparava a sigillare la nuova alleanza nel suo sangue, la sua più fervente preghiera al Padre era che coloro che il Padre aveva dato a lui fossero uno, come lui e il Padre erano uno. Ogni volta che i cristiani riscoprono la loro unità in Gesù partecipano alla glorificazione di Cristo alla presenza del Padre, con la stessa gloria che Egli aveva alla presenza del Padre prima che il mondo esistesse. E così il popolo dell’alleanza con Dio deve sempre adoperarsi per essere una comunità riconciliata – che sia essa stessa un segno efficace per tutti i popoli della terra di come vivere nella giustizia e nella pace.

Preghiera

O Signore,
ti chiediamo umilmente che, per la tua grazia,
le chiese in tutto il mondo
possano diventare strumenti della tua pace.
Fa’ che, attraverso la loro azione comune quali ministri
della tua guarigione e del tuo amore riconciliatore
tra i popoli divisi,
il tuo nome sia santificato e glorificato.
Amen.

Inno The Right Hand of God (La mano di Dio)

La mano di Dio
semina la terra;
essa pianta semi di libertà, speranza e amore.
In ogni terra e in ogni popolo,
lasciamo che i bimbi si prendano per mano
e siano una cosa sola nella mano di Dio.

APPUNTI SULLA SITUAZIONE ECUMENICA
NEI CARAIBI
 *

La regione caraibica si estende dalle Bahamas al nord fino al Suriname, Guyana e Guyana francese al sud, e dalle Barbados ad est fino al Belize (Centro America) ad ovest. La comune identità della regione si fonda tanto su motivi geografici, quanto su una storia condivisa di colonialismo, sfruttamento e resistenza contro la dominazione straniera, quanto, infine, su un comune tessuto culturale.

La presenza di alcune chiese nella regione – ad esempio la Chiesa cattolica e la Chiesa anglicana – risale all’inizio del primo periodo dell’espansione coloniale. Altre chiese sono giunte successivamente, quale conseguenza del movimento missionario del XVIII, XIX e dell’inizio del XX secolo. Ancor più recentemente Movimenti pentecostali ed evangelici si sono diffusi in tutti i Caraibi, e ciò ha portato alla diffusione, in molti paesi, di Alleanze e Comunità evangeliche.

La Conferenza delle chiese dei Caraibi (Caribbean Conference of Churches, CCC), formalmente istituita all’inizio degli anni ’70, nacque da un dinamico precursore dell’attività ecumenica negli anni ’60, in un periodo di fermento socio-culturale e politico. Si trattava del periodo immediatamente post-coloniale della regione durante il quale molti paesi raggiunsero l’indipendenza politica, periodo nel quale tutta la regione era attraversata da un fermento di autodeterminazione, nello sviluppo e in nuove forme di espressione. La risposta congiunta e il contributo di numerose chiese a questa nuova consapevolezza della regione si concretizzò nella formazione di un’organizzazione denominata Christian Action for Development in the Caribbean (CADEC) che avrebbe precorso la creazione del CCC costituendone poi uno dei due dipartimenti, insieme all’Agency for Renewal of the Churches (ARC).

L’assemblea di Fondazione del CCC ebbe luogo nel 1973 a Kingston, in Giamaica. Il preambolo alla costituzione afferma:

“Noi, cristiani dei Caraibi, spinti dalla nostra comune chiamata in Cristo, ci impegniamo, con un patto, a riunirci insieme in una comunione regionale di chiese per favorire ispirazione teologica, riflessione, consultazione e cooperazione nell’azione, per superare le sfide create dalla storia, dal linguaggio, dalla cultura, dalle classi e dalla distanza. Siamo perciò profondamente impegnati nel promuovere la pace, lo sviluppo integrale del nostro popolo e nell’affermare la giustizia sociale e la dignità di ogni persona. Noi promettiamo di camminare insieme in Cristo e di condividere la nostra esperienza per rafforzare il regno di Dio nel mondo”.

Le trentatré chiese membro del CCC rappresentano una vasta diversità di popoli e culture, diffuse in varie isole e territori continentali dell’America centrale e meridionale e appartengono a quattro principali gruppi linguistici: olandese, inglese, francese e spagnolo. Sono inclusi in questi gruppi: Cayenna, (Guyana francese) Cuba, Guadalupa, Haiti, Martinica e Porto Rico. Le chiese membro del CCC condividono la convinzione comune che, a dispetto della divisione dovuta al retaggio coloniale, esista un’autentica, unitaria identità caraibica attraverso cui il popolo caraibico deve discernere quale sia la volontà di Dio e conformarsi ad essa.

Tra le sei organizzazioni ecumeniche regionali (Regional Ecumenical Organization, REO), il CCC è storicamente unico, in quanto è stato il primo esempio al mondo in cui la Chiesa cattolica formalmente, attraverso la Conferenza episcopale, si è costituita membro fondatore di una organizzazione ecumenica regionale. Il coinvolgimento della Conferenza episcopale delle Antille (Antilles Episcopal Conference, AEC) quale membro fondatore del CCC è stato segnalato come esempio nel documento preparatorio – Lineamenta – per il Sinodo della Chiesa cattolica per le Americhe del 1997. Nella sezione del documento intitolato: “Ambiti e modi di comunione” il documento afferma: “un esempio di più ampie possibilità di dialogo con altre confessioni è costituito dall’opera di alcuni vescovi dei Caraibi, che contribuirono alla fondazione dell’unico esempio di organizzazione ecumenica presente nella regione” (Parte III, Sezione IV, articolo 42).

Nell’arco dei quarantatré anni di esistenza, le chiese membro del CCC hanno intrapreso molte iniziative in ambito teologico, di educazione cristiana, di sviluppo integrale, di questioni riguardanti i giovani e le donne, la vita familiare, i diritti umani e le comunicazioni. Uno dei traguardi significativi del CCC è stata la creazione del canale-media Contact and Caribbeat, il periodico mensile Caribbean Contact e la collana educativa cristiana Fashion Me a People.

Nel 1983 il mandato del CCC è stato riformulato e ora cita: “promuovere l’ecumenismo e il cambiamento sociale in obbedienza a Gesù Cristo e in solidarietà con i poveri”. Da allora la Conferenza ha sviluppato un approccio strategico e ha rafforzato la ricerca di una risposta sistematica alle molte questioni socio-economiche e ai mali sociali che colpiscono i Caraibi. Tra di essi vi è la povertà endemica, una forte incidenza di infezioni da HIV/AIDS, traffico e dipendenza dalla droga e, infine, lo sradicamento e l’esodo delle persone, poiché molte di esse sono costrette a emigrare, per vari motivi, incluso disastri naturali, violenza e ricerca di un lavoro e di una vita migliore.

La politica del CCC è quella di un più profondo impegno ecclesiale, e di un reciproco accompagnamento delle chiese membro, sia attraverso le loro agenzie e istituzioni che attraverso le comunità locali. Tra le maggiori iniziative si possono ricordare:

  • Iniziative regionali prioritarie (HIV/AIDS, droga, violenza, problemi delle famiglie, sradicamento delle persone)
  • Sviluppo socio-economico sostenibile (riduzione della povertà, stanziamento di fondi per progetti, prevenzione e preparazione nelle calamità)
  • Patrocinio e comunicazione (coscienza pubblica, informazione, dialogo e scambio)
  • Relazioni internazionali (integrazione regionale, visite di solidarietà) e avvenimenti culturali.

Nel portare questi temi all’attenzione, il CCC coopera strettamente con le maggiori organizzazioni regionali inter-governative, tra cui spicca la Caribbean Community(CARICOM). Negli anni ha anche collaborato con vari Dipartimenti della Nazioni Unite e dei Governi europei e nord-americani.

 Oltre alle succitate iniziative, il CCC ha fondato un Forum Regionale di Consigli delle chiese nazionali (Regional Forum of National Council of Churches), quale spazio di più ampio collegamento e reciproco accompagnamento dei Consigli delle chiese in questa regione, e come riconoscimento del ruolo di capitale importanza ricoperto in molte parti della regione da alcuni Consigli delle chiese – ad esempio di quelli di Cuba e Giamaica – che hanno preceduto di alcune decadi il CCC. Il Forum è stato convocato per la prima volta nel 2001 con il tema: “Sing a New Song (Cantate un canto nuovo)”. Si è da allora incontrato annualmente tre volte fino al 2008. Analogamente ad altre iniziative, il Forum Regionale ha dovuto limitare il proprio operato a motivo di una significativa riduzione dei fondi all’organizzazione.

In tempi recenti, il CCC ha posto grande enfasi sulla base teologica dell’ecumenismo, avviando conversazioni con le chiese membro, nel proposito di rafforzare il tema chiave della koinonia, che si è percepito essere stato in certo modo trascurato rispetto alla grande enfasi posta sulla diakonia. In tal senso sono state adottate misure non solo per assicurare che si porti avanti la riflessione sulla koinonia e su altri temi di “fede e costituzione”, ma anche per garantire che ci sia uno “spazio di ospitalità” in cui membri di varie denominazioni – teologi, clero e altri – possano incontrarsi in un’atmosfera di reciproca comprensione ed edificazione.

Con tale intento è stato inaugurato nel dicembre 2014 il Caribbean Regional Centre for Ecumenical Encounter and Dialogue, la cui creazione costituisce un progetto congiunto tra il CCC e i monaci dell’antichissimo monastero benedettino Nostra Signora dell’Esilio (Our Lady of the Exile) – comunemente noto come il Monte di San Benedetto – a Trinidad. A motivo del ministero pastorale offerto dai monaci, lungo la storia, a persone di varie convinzioni religiose, il monastero è sembrato il luogo e la scelta più naturale per tale iniziativa.

Si va consolidando anche un nuovo impegno da parte del CCC con altre realtà ed espressioni ecumeniche – ad esempio la Comunità di Taizé e il “capitolo” caraibico del Global Christian Forum (GCF); quest’ultimo è un importante canale di aggancio e di dialogo con i cristiani pentecostali ed evangelicali. Il CCC attualmente ricopre il ruolo di “agevolatore” (convener/facilitator) della sezione del Global Christian Forum dei Caraibi.

Oltre al CCC vi sono altre espressioni istituzionali dell’ecumenismo nei Caraibi. Una di queste, e di rilievo, è lo United Theological College of the West Indies (UTCWI), in Giamaica, una istituzione che rappresenta una impresa congiunta tra varie denominazioni protestanti. È da sottolineare che lo UTCWI è situato proprio accanto al Roman Catholic Theological College of St. Michael (un tempo anche seminario), motivo per cui i docenti e gli studenti delle due istituzioni hanno costruito, nel corso degli anni, una relazione reciproca molto amichevole e costruttiva.

A livello regionale più ampio vi è anche la Caribbean Association of Theological Schools(CATS) che riunisce insieme, in uno stile collaborativo, i due maggiori istituti teologici dei Caraibi anglofoni – UTCWI, e Codrington Anglican College (Barbados), e i due istituti cattolici: St. John Vianney and Uganda Martyrs (Trinidad) e St. Michael’s (Giamaica).

Tra le istituzioni teologiche ecumeniche dei Caraibi di lingua spagnola vanno ricordate il Seminario Evangélico di Porto Rico, e il Seminario Evangélico de Teologia di Matanzas, Cuba, entrambi frutto di progetti congiunti tra varie denominazioni protestanti. Il Seminario Evangélico de Teologia di Matanzas è attualmente diretto dal Rev. Dr. Carlos Emilio Ham, già presidente del CCC e precedentemente membro dell’organico del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC).

La presentazione della situazione ecumenica nei Caraibi non sarebbe completa se non si menzionasse il grandissimo dono che i Caraibi hanno fatto al Movimento ecumenico globale, nella persona del Rev. Dr. Philip Alford Potter – l’illustre terzo segretario generale del CEC –. Il reverendo Potter, ora di felice memoria, era un ministro metodista nativo della Dominica. Durante il suo mandato quale segretario generale del CEC (1972-1984), egli combatté il regime immorale di Apartheid in Africa. Fu sempre sotto il suo mandato che Giovanni Paolo II, in risposta ad un invito del CEC, fece la sua storica visita alla sede generale del CEC a Ginevra (Svizzera), divenuta una pietra miliare delle relazioni tra il Vaticano e il CEC.

Si stima che oggi vi siano circa tredici chiese membro del CEC nei Caraibi, che rappresentano 1.4 milioni di cristiani. Seguendo le orme del Rev. Potter, altri ecumenisti, originari dei Caraibi, continuano a dare un contributo significativo al Movimento ecumenico a livello internazionale, quali, ad esempio, il Rev. Neville Callam, giamaicano, attuale segretario generale della Alleanza Battista Mondiale (Baptist World AllianceBWA) e per molti anni stimato membro della Commissione Fede e costituzione del CEC.

Temi della Settimana
di preghiera per l’unità dei cristiani

elaborati congiuntamente dalla commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese e dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità
dei Cristiani, dal 1968 al 2018

1968 A lode della Sua gloria (Efesini 1, 14)

1969 Chiamati alla libertà (Galati 5, 13)
(Commissione preparatoria riunitasi a Roma, Italia)

1970 Noi siamo i cooperatori di Dio (1 Corinzi 3, 9)
(Commissione preparatoria riunitasi presso il monastero di Niederaltaich, Repubblica Federale Tedesca)

1971 …E la comunione dello Spirito Santo (2 Corinzi 13, 13)
(Commissione preparatoria riunitasi a Roma, Italia)

1972 Vi do un comandamento nuovo (Giovanni 13, 34)
(Commissione preparatoria riunitasi a Ginevra, Svizzera)

1973 Signore, insegnaci a pregare (Luca 11, 1)
(Commissione preparatoria riunitasi presso l’abbazia di Montserrat, Spagna)

1974 Tutti proclamino: Gesù è Cristo Signore (Filippesi 2, 1-13)
(Commissione preparatoria riunitasi a Ginevra, Svizzera
Nell’aprile del 1974 viene inviata alle chiese membri e agli organi competenti, una lettera con l’invito ad istituire gruppi locali da coinvolgere nella preparazione del testo per la Settimana di preghiera. Un gruppo australiano è stato il primo ad inaugurare questo nuovo stile, preparando la bozza iniziale della Settimana di preghiera del 1975
.

1975 La volontà del Padre: ricapitolare in Cristo tutte le cose (Efesini 1, 3-10)
(Materiale raccolto da un gruppo dell’Australia — Commissione preparatoria riunitasi a Ginevra, Svizzera)

1976 Chiamati a divenire simili a Lui (1 Giovanni 3, 2)
(Materiale raccolto dalla Conferenza delle chiese dei Caraibi — Commissione preparatoria riunitasi a Roma, Italia)

1977 La speranza poi non delude (Romani 5, 1-5)
(Materiale raccolto da un gruppo del Libano durante la guerra — Commissione preparatoria riunitasi a Ginevra, Svizzera)

1978 Non siete più stranieri (Efesini 2, 13-22)
(Materiale raccolto da un gruppo ecumenico di Manchester, Inghilterra)

1979 Al servizio gli uni degli altri, per la gloria di Dio (1 Pietro 4, 7-11)
(Materiale raccolto da un gruppo dell’Argentina — Commissione preparatoria riunitasi a Ginevra, Svizzera)

1979 Al servizio gli uni degli altri, per la gloria di Dio (1 Pietro 4, 7-11)
(Materiale raccolto da un gruppo dell’Argentina — Commissione preparatoria riunitasi a Ginevra, Svizzera)

1980 Venga il Tuo Regno (Matteo 6, 10)
(Materiale raccolto da un gruppo ecumenico di Berlino, Repubblica Democratica Tedesca — Commissione preparatoria riunitasi a Milano, Italia)

1981 Un solo Spirito, diversità di doni, un solo Corpo (1 Corinzi 12, 3b-13)
(Materiale raccolto da un gruppo di frati di Graymoor, U.S.A. — Commissione preparatoria riunitasi a Ginevra, Svizzera)

1982 Che tutti trovino in te la loro dimora, Signore (Salmo 84)
(Materiale raccolto da un gruppo del Kenya — Commissione preparatoria riunitasi a Milano, Italia)

1983 Gesù Cristo, vita del mondo (1 Giovanni 1, 1-4)
(Materiale raccolto da un gruppo ecumenico dell’Irlanda — Commissione preparatoria riunitasi a Céligny (Bossey), Svizzera)

1984 Chiamati ad essere uno mediante la Croce di Nostro Signore (1 Corinzi 2, 2; Colossesi 1, 20)
(Materiale raccolto da un gruppo ecumenico — Commissione preparatoria riunitasi a Venezia, Italia)

1985 Dalla morte alla vita con Cristo (Efesini 2, 4-7)
(Materiale raccolto da un gruppo della Giamaica — Commissione preparatoria riunitasi a Grandchamp, Svizzera)

1986 Voi sarete miei testimoni (Atti 1, 6-8)
(Materiale raccolto da un gruppo della Slovenia — Commissione preparatoria riunitasi presso l’Abbazia cistercense di Stična, Slovenia)

1987 Uniti in Cristo, una nuova Creazione (2 Corinzi 5, 17 – 6, 4a)
(Materiale raccolto da un gruppo dell’Inghilterra — Commissione preparatoria riunitasi a Taizé, Francia)

1988 L’amore di Dio scaccia la paura (1 Giovanni 4, 18)
(Materiale raccolto da un gruppo dell’Italia — Commissione preparatoria riunitasi a Pinerolo, Italia)

1989 Costruire la Comunità: un solo corpo in Cristo”(Romani 12, 5-6a)
(Materiale raccolto da un gruppo del Canada — Commissione preparatoria riunitasi a Whaley Bridge, Inghilterra)

1990 Uniti nella preghiera di Cristo: ‘Che tutti siano uno….affinché il mondo creda’(Giovanni 17)
(Materiale raccolto da un gruppo della Spagna — Commissione preparatoria riunitasi a Madrid, Spagna)

1991 Lodate il Signore, popoli tutti (Salmo 116(117); Romani 15, 5-13)
(Materiale raccolto da un gruppo della Germania — Commissione preparatoria riunitasi a Rotenburg an der Fulda, Repubblica Federale Tedesca)

1992 Io sono con voi…andate dunque (Matteo 28, 16-20)
(Materiale raccolto da un gruppo del Belgio — Commissione preparatoria riunitasi a Bruges, Belgio)

1993 Portare il frutto dello Spirito per l’Unità dei Cristiani (Galati 5, 22-23)
(Materiale raccolto da un gruppo dello Zaire — Commissione preparatoria riunitasi vicino a Zurigo, Svizzera)

1994 La Casa di Dio: chiamati ad avere un cuor solo ed un’anima sola (Atti 4, 23-37)
(Materiale raccolto da un gruppo dell’Irlanda — Commissione preparatoria riunitasi a Dublino, Repubblica d’Irlanda)

1995 Koinonia: comunione in Dio e tra noi (Giovanni 15, 1-17)
(Materiale raccolto da un gruppo ecumenico internazionale di Fede e Costituzione — Commissione preparatoria riunitasi a Bristol, Inghilterra)

1996 Ascoltate, io sto alla porta e busso (Apocalisse 3, 14-22)
(Materiale raccolto da un gruppo del Portogallo — Commissione preparatoria riunitasi a Lisbona, Portogallo)

1997 Vi supplichiamo da parte di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio (2 Corinzi 5, 20)
(Materiale raccolto da un gruppo dei Paesi nordici — Commissione preparatoria riunitasi a Stoccolma, Svezia)

1998 Lo Spirito viene in aiuto della nostra debolezza (Romani 8, 14-27)
(Materiale raccolto da un gruppo ecumenico della Francia — Commissione preparatoria riunitasi a Parigi, Francia)

1999 Essi saranno suo popolo ed egli sarà ‘Dio con loro (Apocalisse 21, 1-7)
(Materiale raccolto da un gruppo della Malesia — Commissione preparatoria riunitasi presso il monastero di Bose, Italia)

2000 Benedetto sia Dio che ci ha benedetti in Cristo (Efesini 1, 3-14)
(Materiale raccolto dal Consiglio di chiese del Medio Oriente — Commissione preparatoria riunitasi a La Verna, Italia)

2001 Io sono la Via, la Verità e la Vita (Giovanni 14, 1-6)
(Materiale raccolto da un gruppo della Romania — Commissione preparatoria riunitasi a Vulcan, Romania)

2002 In te è la sorgente della vita (Salmo 36, 6-10)
(Materiale raccolto dalla KEK e dal CCEE — Commissione preparatoria riunitasi ad Asburgo, Germania)

2003 Un tesoro come in vasi di terra (2 Corinzi 4, 5-18)
(Materiale raccolto da un gruppo dell’Argentina — Commissione preparatoria riunitasi a Los Rubios, Spagna)

2004 Io vi lascio la mia pace (Giovanni 14, 23-31)
(Materiale raccolto da un gruppo di Aleppo (Siria) — Commissione preparatoria riunitasi a Palermo, Italia)

2005 Cristo, unico fondamento della Chiesa (1 Corinzi 3, 1-23)
(Materiale raccolto dal Comitato teologico del Consiglio Ecumenico delle Chiese in Slovacchia (Repubblica Slovacca) — Commissione preparatoria riunitasi a Piestaňy, Slovacchia)

2006 Se due o tre si riuniscono per invocare il mio nome, io sono in mezzo
a loro 
(Matteo 18, 18-20)
(Materiale raccolto da un gruppo ecumenico dell’Irlanda — Commissione preparatoria riunitasi a Prosperous (County Kildare), Irlanda)

2007 Fa sentire i sordi e fa parlare i muti! (Marco 7, 31-37)
(Materiale raccolto da un gruppo ecumenico del Sud Africa — Commissione preparatoria riunitasi a Château de Faverges (Haute-Savoie), Francia)

2008 Pregate continuamente! (1 Tessalonicesi 5, 17)
(Materiale raccolto da un gruppo ecumenico degli Stati Uniti — Commissione preparatoria riunitasi a Graymoor, (Garrison)New York, USA)

2009 Essere riuniti nella tua mano (cfr. Ezechiele 37, 17) 
(Materiale raccolto da un gruppo ecumenico della Corea — Commissione preparatoria riunitasi a Marsiglia, Francia)

2010 Voi sarete testimoni di tutto ciò (Luca 24, 48)
(Materiale raccolto da un gruppo ecumenico della Scozia — Commissione preparatoria riunitasi a Glasgow, Scozia)

2011 Uniti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera (cfr. Atti 2, 42) 
(Materiale raccolto da un gruppo ecumenico di Gerusalemme — Commissione preparatoria riunitasi a Saydnaya, Siria)

2012 Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore (cfr. 1 Cor 15, 51-58)
(Materiale raccolto da un gruppo ecumenico della Polonia — Commissione preparatoria riunitasi a Varsavia, Polonia)

2013 Quel che il Signore esige da noi (cfr. Mic 6, 6-8)
(Materiale raccolto da un gruppo ecumenico dell’India — Commissione preparatoria riunitasi a Bangalore, India)

2014 Cristo non può essere diviso! (1 Cor 1, 1-17)
(Materiale raccolto da un gruppo ecumenico del Canada — Commissione preparatoria riunitasi a Montreal, Canada)

2015 Dammi un po’ d’acqua da bere (Gn 4, 7)
(Materiale raccolto da un gruppo ecumenico del Brasile — Commissione preparatoria riunitasi a São Paulo, Brasile)

2016 Chiamati per annunziare a tutti le opere meravigliose di Dio (cfr 1 Pietro 2, 9) 
(Materiale raccolto da un gruppo ecumenico della Lettonia — Commissione preparatoria riunitasi a Riga, Lettonia)

2017 L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione (cfr. 2 Corinzi 5, 14-20)(Materiale raccolto da un gruppo ecumenico della Germania — Commissione preparatoria riunitasi a Wittember, Germania) 

2018 Potente è la tua mano, Signore(Esodo 15, 6)
(Materiale raccolto da un gruppo ecumenico dei Caraibi — Commissione preparatoria riunitasi a Nassau, Bahamas) 

DATE IMPORTANTI NELLA STORIA
DELLA PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI

 

1740 ca. In Scozia, nascita di un movimento pentecostale con legami in Nord America, il cui nuovo messaggio per il rinnovamento della fede chiamava a pregare per e con tutte le chiese. Il predicatore evangelico Jonathan Edwards invita ad un giorno di preghiera e di digiuno per l’unità, affinché le chiese ritrovino il comune slancio missionario.

1820 Il rev. James Haldane Stewart pubblica “Suggerimenti per l’unione generale dei cristiani per l’effusione dello Spirito” (Hints for the General Union of Christians for the Outpouring of the Spirit).

1840 Il rev. Ignatius Spencer, anglicano entrato poi in piena comunione con la Chiesa Cattolica, propone di istituire “L’Unione di preghiera per l’unità”.

1867 Nel Preambolo alle sue risoluzioni, la prima assemblea dei vescovi anglicani a Lambeth sottolinea l’importanza della preghiera per l’unità, ribadita anche nelle successive assemblee.

1894 Papa Leone XIII, in vari documenti, incoraggia la pratica dell’“Ottavario di preghiere per l’unità” nel contesto della Pentecoste.

1902 Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Joachim III scrive l’Enciclica patriarcale e sinodale Lettera irenica, in cui invita a pregare per l’unione dei credenti in Cristo.

1908 Il rev. Paul Wattson istituisce, e celebra per la prima volta a Graymoor (New York), un “Ottavario di preghiera per l’unità” (Chair of Unity Octave), dal 18 al 25 gennaio, auspicando che divenga pratica comune.

1926 Il movimento Fede e Costituzione inizia la pub­blica­zione dei “Suggeri­menti per l’Ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani” (Suggestions for an Octave of Prayer for Christian Unity).

1935 L’abate Paul Couturier, in Francia, promuove la “Settimana universale di preghiera per l’unità dei cristiani” basata sulla preghiera per “l’uni­tà voluta da Cristo, con i mezzi voluti da lui”.

1958 Il Centre Œcuménique Unité Chrétienne di Lione (Francia) inizia la preparazione del materiale per la Settimana di preghiera in colla­borazione con la commis­sione Fede e Costituzio­ne del Consiglio Ecumenico delle Chiese.

1964 A Gerusalemme, il papa Paolo VI e il patriarca Athenagoras I pregano insieme la preghiera di Gesù “che siano tutti una cosa sola” (Gv 17, 21).

1964 Il Decreto sull’ecumenismo del Concilio Vati­cano II, sottolinea che la preghiera è l’anima del Movimen­to ecumenico, ed incoraggia l’osser­van­za della Setti­mana di preghiera.

1966 La commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese ed il Segretariato per la Promozione dell’Unità dei Cristiani (attuale Ponti­ficio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani) decidono di preparare congiunta­mente ogni anno il testo ufficiale della Settimana di preghiera.

1968 Per la prima volta la Preghiera per l’unità viene celebrata in base al testo elaborato in collabo­razione tra la commissione Fede e Costituzione e il Segretariato per la Promozione dell’Unità dei Cristiani (attuale Ponti­ficio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani).

1975 La Preghiera per l’unità si basa, per la prima volta, su un testo preparato da un gruppo ecumenico locale, australiano; il testo verrà in seguito sottoposto alla commissione Fede e Costituzione e al ­Segretariato per la Promozione dell’Unità dei Cristiani (attuale Ponti­ficio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani).

1988 Il materiale per la Settimana di preghiera per l’unità viene utilizzato in occasione della celebrazione inaugurale della fondazione della Federazione Cristiana in Malesia (The Christian Federation of Malaysia), organismo di collegamento fra le maggiori confessioni cristiane del paese.

1996      Il testo del 1996 viene redatto con la partecipazione di due organizzazioni ecumeniche laiche: l’Associazione cristiana della gioventù maschile (Young Men Christian Association, YMCA) e l’Associazione cristiana della gioventù femminile (Young Women Christian Association, YWCA).

2004 Viene stipulato un accordo che giova molto al rafforzamento della collaborazione: il materiale per la Settimana di preghiera per l’unità viene prodotto e pubblicato congiuntamente, con formato unico per le versioni inglese e francese, dalla commissione Fede e Costituzione (Consiglio Ecumenico delle Chiese) e dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani (Chiesa Cattolica).

2008 Viene celebrato solennemente, in tutto il mondo, con vari eventi, il primo centenario della Settimana di preghiera per l’unità, il cui tema “Pregate continuamente!” (1Ts 5, 17) manifesta la gioia per i cento anni di comune preghiera e per i risultati raggiunti.

2010 Viene celebrato solennemente, ad Edimburgo e in tutto il mondo, con vari eventi, il primo centenario della Conferenza missionaria di Edimburgo, data che segna anche l’inizio del Movimento ecumenico moderno.

* Il testo è pubblicato sotto la sola autorità e responsabilità del Gruppo ecumenico dei Caraibi che si è riunito per stilare il testo della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2018.